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Caramba che Rafa! (Cocchi). I rimproveri di mamma al tennista Tsitsipas (Piccardi)

Caramba che Rafa! Tuffo nel passato. Acapulco è di Nadal come 15 anni fa (Federica Cocchi, La Gazzetta dello Sport) Nole chiama, Rafa risponde. Il numero uno al mondo sabato ha vinto il titolo di Dubai, e il numero 2 è rimasto al suo passo centrando quello sul cemento messicano di Acapulco. Anche Rafa, come ha fatto il serbo con il 2lenne Tsitsipas, ha battuto un 22enne, Taylor Fritz, 6-3 6-2. Strade parallele che portano a Indian Wells, primo dei due Masters 1000 sul cemento americano, nuova occasione per un cambio al vertice. Se Nole non avesse centrato la vittoria a Dubai, Nadal avrebbe potuto buttarlo giù dal trono vincendo in Messico. Ma così non è stato e oggi il serbo inizia la settimana numero 280 da numero 1, a sole sei di distanza da Pete Sampras, al secondo posto della speciale classifica. Rafa e Nole sono separati da 370 punti e il mese prossimo, tra la California e Miami, sono in palio 2000 punti. Bottino importante che potrebbe cambiare gli equilibri. Intanto Rafa amplia la collezione di sombreri, diventati tre dopo quelli guadagnati nel 2005, quando era un ragazzino, e nel 2013. Allora il torneo si giocava ancora sulla terra, mentre questa terza affermazione arriva sul cemento e gli regala un record particolare: Nadal è contemporaneamente il più giovane e il più vecchio ad aver vinto questo torneo. (…) Dopo l’uscita di scena of quarti di finale dell’Australian Open per mano di Dominic Thiem, Rafa era in cerca di segnali positivi. Con nessun set lasciato agli avversari dall’inizio del torneo, può ritenersi soddisfatto (…). Nadal tuttavia non si lascia andare a facili entusiasmi: «Vincere Acapulco è molto positivo — ha continuato — ma non è detto che sarà una stagione straordinaria. Sono felice perché ho già guadagnato punti per la classifica e per la Race di fine anno, ma come dico da tempo la mia priorità è restare in salute». Il Roland Garros numero 13 è l’obiettivo numero uno del maiorchino, a una sola lunghezza dal 20 Slam di Federer e tallonato da Djokovic a 17. (…) I rimproveri di mamma al tennista Tsitsipas. Il n. 6 al mondo battuto in sala stampa (Gaia Piccardi, Corriere della Sera) Immagina di essere l’astro emerso del tennis, fresco maestro alle Atp Finals di Londra e n. 6 della classifica mondiale. Sei giovane (21 anni), ricco (oltre io milioni di dollari guadagnati in carriera in soli premi), social (più di un milione di follower sulle tre principali piattaforme, poi c’è un canale YouTube con 171 mila iscritti), un dio greco naturalmente destinato a raccogliere l’eredità di Federer, Nadal e Djokovic. Stai rispondendo ai giornalisti al torneo di Dubai quando, in conferenza stampa, plana a sorpresa tua madre, l’ex tennista sovietica Julia Salnikova sposata con il coach greco Apostolos Tsitsipas, tuo padre. E comincia — lei! — a farti domande. (…) Julia Salnikova si fa largo con un bel sorriso per riconquistare il terreno perduto. «Sono allenato da mio padre, da sempre viaggio assieme alla mia famiglia, parliamo di tennis tutto il giorno — aveva detto il giorno prima Tsitsipas a Dubai —. Da un lato li amo: sono mio papà e mia mamma. Dall’altro averli intorno tutto il tempo, a volte, mi pesa: ho come la sensazione che siano troppo coinvolti nella mia vita, dentro e fuori dal campo. Non è facile trovare un equilibrio». Sacrosanta (e sana) riflessione. Ma a quel punto la signora Tsitsipas ritiene opportuno riprendere, pubblicamente, il controllo di una situazione che — forse — teme possa sfuggirle di mano. «Seguo le tue conferenze stampa da un po’ — dice tra le risatine dei presenti a Stefanos, che piu la scenetta va avanti più pare imbarazzato —. Hai presente quanti tennisti di alto livello sono allenati dai genitori?». «Tra top-5 e vincitori di Slam non me ne vengono in mente molti» replica Stefanos. «Beh tu sarai il primo, allora» chiosa lei che a Brisbane, all’inizio della stagione, ritenne di dover scendere dagli spalti per sgridare (anche lì pubblicamente, in pieno match) il figlio che in un impeto d’ira aveva spaccato la racchetta ferendo papà Apostolos. (…) In spogliatoio girano leggende sulla stravaganza di Julia, celebre per certe uscite inopportune anche con gli estranei, spesso infastidita per un nonnulla, sempre sincera ai confini con un’impulsiva inopportunità, nata a Mosca da un ex calciatore medaglia d’oro ai Giochi olimpici 1956, laureata in giornalismo, passata a giocare a tennis per la Grecia dopo il matrimonio con Apostolos, capace di battere un’altra celebre mamma del circuito, Irina Zvereva madre di quel Sasha Zverev numero 7 del ranking, nella finale del torneo di Atene 1994. Ma questa è un’altra storia. E sono altri parenti serpenti. ...

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