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Coppa Davis, la Slovacchia ai raggi x: da Molcan a Polasek, chi sono gli avversari dell’Italia-

Analizziamo nel dettaglio la carriera e la storia personale dei cinque componenti della nazionale slovacca di Davis, che dalle 17.00 di domani sono pronti a vender cara la pelle contro il team azzurro per l’accesso alle Davis Cup By Rakuten Finals 2022. LA GRANDE CRESCITA DI MOLCAN – Il primo giocatore che prendiamo in considerazione è il n.1 della formazione capitanata da Tibor Toth: Alex Molcan. Alex, nato a Presov il 1° dicembre 1997, ha avuto una più che soddisfacente carriera a livello Junior con il miglior piazzamento fatto registrare nel marzo 2015 (18°) e il miglior risultato che consiste nella semifinale di doppio dell’Australian Open 2015 in coppia con Hubi Hurkacz. Nel gennaio 2021 ad Antalya si è qualificato per la prima volta in un main-draw ATP. Sempre in quella stagione a marzo ha ottenuto il risultato più importante fino ad ora raggiunto, la finale nell’ATP 250 di Belgrado raggiunta partendo dalle qualificazioni e persa contro il padrone di casa Novak Djokovic (allora n.1 del mondo). Questo è stato l’anno della sua esplosione, con la sua ascesa che sta continuando anche nel 2022 (best ranking in questa settimana al N.66 ATP), perché oltre all’ingresso in Top 100 si è spinto sino al terzo turno degli Us Open (miglior risultato Slam in carriera). ALTERNATIVE GOMBOS E HORANSKY – Il n.2 della squadra balcanica è invece Norbert Gombos, classe 1990 di Bratislava (quindi avrà una carica speciale per la sfida con l’Italia). Sicuramente il più esperto a livello di Davis del gruppo visto il suo esordio datato 2014, ha ottenuto il best ranking il 2 ottobre 2017 alla 80° posizione della classifica ATP. Non ha mai raggiunto una finale nel circuito maggiore, in compenso vanta 7 titoli Challenger e 3 titoli Futures. Nei Major è il terzo turno all’Open di Francia nel 2020 il suo più importante risultato Slam. Proseguiamo con il n.3 Filip Horansky (riserva del gruppo slovacco che, a meno di infortuni dei primi due singolaristi, non vedrà il campo). Il 29enne di Piestany non è mai andato oltre il 161° (20 maggio 2019) posto del ranking e non è mai riuscito a valicare il muro del tabellone cadetto negli Slam. A livello giovanile, vanta discreti successi, avendo ottenuto il bronzo olimpico nel 2010 nei giochi olimpici estivi giovanili di Singapore in doppio con il connazionale Jozef Kovalik; nel 2011, sempre nel torneo di doppio, all’Australian Open junior ha vinto insieme al ceco Jiri Vesely. Sette anni più tardi, nel 2018, ha ottenuto il primo accesso in un tabellone principale (ATP 250 di Lione), sconfiggendo all’esordio in un torneo ATP il portoghese Joao Sousa. POLASEK, TEMIBILE DOPPISTA – Ora è il turno del più vincente del quintetto a disposizione di Tibor Toth; Filip Polasek, nativo di Zvolen. Il 36enne, che si dedica esclusivamente al doppio, è il vero fiore all’occhiello del team avversario degli azzurri. Una certezza in doppio, con un best ranking di n.7 (3 febbraio 2020), oggi è n.12 del mondo. In coppia con il croato Ivan Dodig ha vinto il suo primo ed unico Slam (per ora) nell’edizione 2021 dell’Australian Open. Inoltre ha raggiunto anche la semifinale a Wimbledon e allo Us Open, rispettivamente nel 2019 e nel 2021. Proprio in queste due stagioni si è qualificato per le ATP Finals, fermandosi però sempre nel Round Robin. Nel 2022 fa coppia fissa con l’australiano Peers; i due hanno incrociato il cammino di Bolelli e Fognini nell’atto conclusivo del 250 di Sydney, prevalendo sulla coppia italiana. Riguardo proprio alla collaborazione con l’australiano c’è una curiosità abbastanza interessante; Filip e John hanno iniziato a giocare insieme da metà 2021 (dopo che Polasek aveva interrotto il rapporto con Dodig a causa degli scarsi risultati fatti registrare dopo la vittoria australiana) e pur trionfando al Masters 1000 di Indian Wells non sono riusciti ad ottenere la qualificazione per le Finals torinesi. A quel punto grazie al successo nel primo Slam dell’anno era invece garantito matematicamente a Dodig e Polasek l’acceso al torneo tra le migliori 8 coppie della stagione. Quindi i due sono stati costretti, sia per opportunità in termini economici sia per l’occasione di prestigio che derivava dal parteciparvi, a riformare la coppia per Torino (anche se come detto non sono andati molto lontano). Concludiamo questo approfondimento legato alla squadra slovacca con il più vecchietto del gruppo; il 40enne Igor Zelenay, n.145 in doppio. Dovrebbe essere schierato in coppia con Polasek nella giornata di sabato. Anche Igor, nato il 10 febbraio nel 1982 a Trencin, è uno specialista e ricopre la funzione di chioccia per i più giovani. Ormai i fasti di un tempo sono belli che andati (migliore classifica di specialità; il 27 luglio 2009 con la 50°posizione). Ha disputato, in carriera, 5 finali ATP vincendo solo nel 2019 (quindi nella fase calante della sua attività agonistica) a San Pietroburgo con Divij Sharan. Negli Slam si è fermato dinanzi alla soglia della prima settimana, raggiunta per 4 volte (2 a Wimbledon nel 2008 e nel 2009). Ora non ci resta che gustarci il confronto con gli azzurri, sapendo che sicuramente Sinner e soci sono favoriti ma che altrettanto sicuramente non dovranno abbassare la guardia. ...

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