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La settimana Challenger è di Duje Ajdukovic e Maximilian Marterer-

Luca Nardi e Flavio Cobolli si fermano a un passo dal traguardo, rispettivamente a Kobe e a Danderyd, senza che la loro sconfitta in semifinale infici il giudizio molto positivo sullo stato di forma di entrambi. Ha iniziato, per mere questioni di fuso orario, il tennista pesarese che al Challenger 75 di Kobe (cemento indoor) si è fatto sorprendere dal padrone di casa, il 26enne giapponese Sho Shimabukuro (n.155 ATP) che l’ha fermato con un secco 6-2 6-2. La differenza di talento e di classifica era evidente ma Luca, sicuramente stanco per la lunga trasferta in Estremo Oriente (ricordiamo che la settimana precedente aveva vinto a Matsuyama), si è forse inconsciamente ritenuto soddisfatto per aver ottenuto la matematica qualificazione alle Next Gen Finals. Poco male, aggiungiamo noi perché dalla prossima settimana avrà l’occasione per regalarsi un sogno che darebbe tutto un altro aspetto alla sua stagione che ha avuto picchi e cadute (38 vittorie a fronte di 33 sconfitte). Esattamente come ci si aspetta da un ragazzo di 20 anni che tutti hanno cominciato a chiamare fenomeno fin da adolescente. Tanto per la cronaca Shimabukuro non ha poi completato il suo exploit perché in finale ci ha pensato il croato Duje Ajdukovic a fermarlo con un secco 6-4 6-2, bissando il risultato della settimana precedente a Matsuyama quando il giapponese aveva dovuto inchinarsi già al secondo turno. Per il 22enne spalatino è la seconda vittoria Challenger (a Ludenscheid in luglio il precedente) che lo proietta al n.145 ATP, di gran lunga il suo nuovo best ranking. Di lui sentiremo sicuramente ancora parlare, perché ha talento e purtroppo il brutto vizio di battere spesso i tennisti italiani. Per referenze chiedere a Maestrelli, Giannessi, Fonio e Brancaccio, e parliamo solo degli ultimi mesi. Non molto diverso il discorso per Cobolli che al Challenger 75 di Danderyd (Svezia, cemento indoor), forse perché non giocava sulla sua superfice preferita, si è ugualmente fermato in semifinale, sconfitto da tedesco Maximilian Marterer (n.100 ATP), uno che aveva tutto per diventare un campione, ma è sempre rimasto a metà del guado. Un momento ti chiedi perché non sia molto più alto in classifica (al massimo è stato n.45 nel 2018) e quasi sempre il colpo successivo ti dà la risposta. Comunque sia il 28enne nativo di Norimberga il torneo ha finito per vincerlo, battendo in una finale tutt’altro che scontata (2-6 6-4 6-3) lo statunitense Brandon Nakashima (n.143 ATP). Per il tedesco è la nona vittoria a livello Challenger che gli consente di rientrare in top 100, per la precisione al n.89. Tornando al tennista romano, ci è parso in buone condizioni e bello carico in vista delle Next Gen Finals, dove sia lui che Nardi non saranno forse tra i favoriti (i francesi Arthur Fils e Luca Van Assche sono le prime due teste di serie), ma siamo assolutamente certi che nessuno sarà contento di doverli incontrare. ...

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