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Privilegi e disparità, le voci da Melbourne: “Il boicottaggio è l’unica arma dei giocatori”

Da quando sull’asse Melbourne-Adelaide è scoppiato il caos, i temi di discussione sono essenzialmente due. Da una parte le rimostranze dei cittadini australiani, che vedono i tennisti come una minaccia poiché potenziali vettori di virus in una zona del mondo che ha praticamente sconfitto la pandemia, dall’altra il problema della disparità di trattamento dei tennisti. Questa seconda problematica è stata esacerbata dagli avvenimenti degli ultimi giorni: se prima l’asimmetria era fra i privilegiati di Adelaide e tutti gli altri, adesso se n’è creata una ancora maggiore tra quelli che potranno allenarsi e quelli che, essendosi trovati sul volo ‘sbagliato’, saranno costretti a due settimane di completo isolamento. Senza poter imbracciare la racchetta, se non per palleggiare con il materasso in camera ( “Ci ha chiamato Tiley e ci ha spiegato un po’ la situazione e come funzionerà per tutti“, racconta Salvatore Caruso, e si fa fatica a trovare una falla nel suo ragionamento. “C’è stata una grossa lotta per i privilegi dei top 3, perché non prendiamoci in giro – sono privilegi importanti; siamo tutti sulla stessa barca e dovremmo avere le stesse possibilità di preparare uno Slam. Queste cose non dovrebbero accadere. Non credo sia un problema di posti, hanno hotel interi a disposizione; semplicemente hanno voluto dare dei privilegi. Non è leale nei confronti degli altri giocatori e soprattutto di quelli che non si alleneranno per niente“. “I giocatori hanno il potere di boicottare, è la nostra unica arma, ma mettere d’accordo tutti è difficile perché siamo cento teste. Poi abbiamo tanto da perdere dopo essere venuti qua: ci vorrebbe coraggio a fare una cosa del genere, ma ovviamente dovremmo farlo tutti. Se lo fa soltanto la metà dei giocatori non ha più senso“. Giova ricordare che il montepremi del primo turno, in aumento dell’11% rispetto al 2020, consiste in 100.000 dollari australiani – ben 64.000 euro al cambio attuale. Rinunciare a queste cifre per una questione di principio, dopo mesi di circuito a singhiozzo, non è semplice. “Le disparità ci sono e sono parecchio più pesanti ad Adelaide“, conferma Vincenzo Santopadre. L’allenatore di Berrettini però difende l’operato di Tennis Australia relativamente ai giocatori isolati per le positività riscontrate nei voli verso l’Australia: “Quelle che hanno preso qui sono soluzioni a un problema che si è creato in corsa, per tutelare la salute. Non è una decisione presa per partito preso, è solo una conseguenza e non vedo gravi colpe dell’organizzazione. Non penso che un giocatore che può allenarsi dica ‘ok, adesso non mi alleno più’ perché gli altri non possono farlo“. E tanti saluti al principio di solidarietà invocato da Flipkens. “C’è un po’ una rivolta, tutti dicono che non è giusto ma gli australiani non scherzano. Però tutto funziona molto bene, anche la sanità, e tutti sono gentili“, conclude con la consueta franchezza Gipo Arbino, al seguito di Sonego a Melbourne. “Una volta date le regole puoi chiamarti come vuoi, le regole rimangono quelle. Anche se fai il test prima di partire puoi beccarti qualcosa sull’aereo e dopo due giorni può saltare fuori. Anche prendendo tutte le precauzioni del mondo può capitare“. E infatti è capitato. L’unico modo per provare a evitare questa disparità di trattamento sembra il boicottaggio, ma con ogni probabilità è una minaccia destinata a rimanere tale. ...

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