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Wimbledon, 2° turno: l’Italia che serve

La pattuglia azzurra che si riduce di numero ma con Sonego e Berrettini che vincono e convincono, Roger Federer che migliora e Iga Swiatek che gioca sempre meglio sull’erba: i temi del secondo turno di Wimbledon.  SONEGO, BERRETTINI E I TIE-BREAK La premiata ditta dei ‘big server’ azzurri non perdona. Lorenzo Sonego perde un set a causa di una partenza lenta contro Galan, poi rimonta e vince un tie-break del terzo parziale che lo lancia verso un quarto dominato. Matteo Berrettini regola in tre set l’olandese Botic Van De Zandschulp, giocatore alla sua portata ma capace di fiammate improvvise che possono risultare pericolose. Anche in questo caso, c’è di mezzo un tie-break, conquistato dall’azzurro con la consueta autorevolezza che lo ha portato a essere imbattuto sull’erba in questa stagione. Entrambi, Sonego e Berrettini, hanno saputo costruire negli anni un repertorio completo, ma fondano molto del loro tennis su un servizio pesante, vario e insidioso. Un’arma che sui prati può essere decisiva. ROGER, 20 SU 22 Le uniche due sconfitte nei 21 incontri disputati da Roger Federer contro Richard Gasquet erano arrivate sulla terra, nel 2005 a Monte-Carlo e nel 2011 a Roma. Così non sorprende che lo svizzero abbia raggiunto quota 20 successi di fronte al francese sull’erba dei Championships, dove i due si erano già incontrati nella semifinale del 2007 e nel primo turno del 2006. Come in quelle circostanze, l’elvetico non ha concesso un set al suo avversario, il quale per caratteristiche tecniche non riesce proprio a trovare soluzioni per ribaltare un esito già scritto. Nel parziale di apertura qualche piccolo dubbio c’è stato, mentre passato indenne il tie-break è stata tutta una discesa per Roger, più attento e brillante rispetto all’esordio. Una boccata d’ossigeno e un carico di fiducia, per l’elvetico, pizzicato dalle telecamere in una rilassante partita a carte pre-match insieme allo staff mentre Berrettini stava completando il suo incontro.  TERRAIOLI DA ERBA Nella parte alta del draw presidiata da quel Novak Djokovic che punta apertamente al Grande Slam, sono ancora in gara tre giocatori che sull’erba ci hanno giocato raramente e che soprattutto hanno nella terra la loro superficie ideale. Eppure Cristian Garin, Pedro Martinez e Diego Schwartzman non sono delle sorprese in senso assoluto. L’argentino è un campione che ha già dimostrato di poter far valere la sua classe anche oltre il mattone tritato, mentre Garin e Martinez (che si affronteranno per trovare poi Djokovic) sono in ottima condizione e stanno esprimendo un tennis elegante che può essere sfruttato anche sui prati, almeno in condizioni non rapidissime come quelle di quest’anno ai Championships. In tutto, questi terraioli doc avevano vinto tre incontri in otto edizioni del torneo più famoso del mondo. Stavolta hanno già raggiunto quota sei in una sola settimana. SORPRESA SWIATEK? Quattro set giocati e altrettanti set vinti. Dovrebbe essere normale, per la numero 7 del draw impegnata nei primi due turni di uno Slam. Ma se la testa di serie in questione è Iga Swiatek e il torneo è Wimbledon, allora c’è di che essere persino sorpresi. La polacca che sulla terra e sul duro è ormai una sicurezza, aveva soltanto un’apparizione ai Championships, con uscita al primo turno. Le sue aperture e le sue rotazioni non dovrebbero, in effetti, andare troppo d’accordo coi prati, ma pare che ormai la giovane dell’Est sia talmente in fiducia da potersi permettere di sognare ovunque. Hsieh e Zvonareva non erano due ostacoli impossibili, ma non lo sarà nemmeno la rumena Begu, e pure la vincente di Jabeur-Muguruza potrebbe avere i suoi bravi problemi ad andare avanti. L'articolo Wimbledon, 2° turno: l’Italia che serve proviene da WeAreTennis. ...

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